Come alcuni paesi del nostro continente vivono e sentono le tradizioni natalizie
Ognuno di noi vive il Natale in un modo diverso, ma c’è da dire che resta (forse insieme alla Pasqua) l’unica festività che non conosce età, confini o ceti sociali. Nell’età moderna è diventato, purtroppo o per fortuna, sinonimo di consumismo, regali e festeggiamenti in famiglia e tra amici. Ma il Natale è ricordato soprattutto per il suo significato e per la sua origine religiosa. Nonostante ciò, nei secoli la sua tradizione si è diffusa anche tra le popolazioni laiche e pagane. Malgrado quest’anno sarà un Natale leggermente diverso, abbiamo deciso di ravvivare i ricordi raccontandovi dove, quando e in che modo i principali paesi d’Europa vivono questa triste ed allegra festività, in un articolo che vi trasporterà a spasso per il nostro continente alla scoperta delle tradizioni più originali di ogni popolo. Ma prima, un breve ritorno a qualche secolo fa, per scoprire come è nato tutto.
Storia ed origini del Natale
Per la tradizione cristiana, la data simbolica è il 25 dicembre dell’anno 0, che secondo la tradizione coincide con la nascità di Gesù. Tuttavia, diverse fonti storiche ci lasciano intendere che una festività del genere fosse già diffusa molto prima della nascita di Cristo. I Celti, ad esempio, festeggiavano il solstizio d’inverno il 21 dicembre, mentre la chiesa orientale celebrava il 6 di gennaio in onore del dio Dioniso. Inoltre, tra il 17 e il 24 dicembre i Romani banchettavano e si scambiavano doni per i cosiddetti Saturnali (dal dio Saturno, protettore dell’agricoltura). Dalle diverse testimonianze, purtroppo poco note, possiamo capire che il nostro Natale di oggi non nasce che dal mescolarsi di diverse tradizioni religiose e non, legate soprattutto alle popolazioni latine poi assorbite dal Cristianesimo. La scelta della data si riconduce quindi ad una serie di eventi e tradizioni che accadevano esattamente nello stesso periodo dell’anno. Nel corso dei secoli il significato del Natale si è piuttosto ampliato, arrivando in epoca recente ad avere usanze e simboli ben noti, tra cui l’albero, la figura di Santa Claus ed il presepe.
Malta, dove la religione è sovrana
In un paese come Malta, dove gli abitanti sono molto religiosi, una festa come il Natale è sicuramente sentita e celebrata in modo eclatante. In aggiunta, le tradizioni inglesi contribuiscono a fortificare questa tradizione. In questo periodo a Malta viene addobbato tutto, ma davvero tutto. Case, chiese, negozi, strade e piazze vengono riempite di luci e colori. A Gozo, una delle principali isole dell’arcipelago maltese, si organizza un presepe vivente che coinvolge più di 150 attori ed attira migliaia di persone da tutta l’isola. È tradizione per ogni abitante di Malta visitarlo almeno una volta tutti gli anni. Dopo il tramonto vengono spente le luci e si è soliti passeggiare per il presepe con una lampada a olio. Per tutta la durata dell’avvento, l’isola di Malta rievoca la tradizione inglese con lo spettacolo delle pantomime, un musical teatrale a tema natalizio in scena due volte al giorno nel teatro della Valletta. Infine, in ogni piccolo centro urbano del paese, non possono mancare i mercatini artigianali, spesso accompagnati da stand di prodotti gastronomici locali.
Italia, il Natale nel Bel paese
Senza nulla da togliere alle altre, la nostra nazione non ha nulla da invidiare al resto del mondo in quanto a tradizioni natalizie. Se percorressimo lo stivale da cima a fondo, non potremmo fare a meno di trovare usanze diverse in ognuna delle città. Tanto per cominciare il panettone, nato al nord Italia ma famoso oramai in tutto il mondo. Eppure le origini non sono così complesse: l’idea di un fornaio qualunque di aggiungere al pane del burro e della frutta candita per renderlo più sostanzioso. Un’altra delle figure celebri della festa in Italia è Santa Lucia. È infatti quest’ultima, e non Babbo Natale, a portare i doni ai bambini in Veneto e Lombardia. Tutto nasce nel ‘200, epoca in cui si diffuse una terribile epidemia che colpiva gli occhi dei bambini, ai quali furono promessi dei doni se si fossero recati in pellegrinaggio a chiedere con le loro madri la grazia a Santa Lucia, protettrice della vista. Scendendo più a sud, come dimenticare la capitale, dove la presenza dello Stato Pontificio rende il Natale più sacro che in altri luoghi. Seguita in tutto il mondo la messa di mezzanotte celebrata dal Papa, seguita dal messaggio pastorale annunciato in Vaticano la mattina di Natale. Ultima ma non meno importante, è la tradizione del presepe, piuttosto diffusa e sentita nella città di Napoli, dove troviamo la strada di S. Gregorio Armeno, famosa via di artigiani e bottegai che lavorano tutto l’anno per creare presepi e statuite artigianali da vendere nel periodo natalizio. È infatti quasi d’obbligo che ogni famiglia napoletana che si rispetti abbia un presepe nella propria casa durante questo periodo.
Il Natale alternativo greco: nel segno di San Basilio
La terra ellenica è un’altra delle poche a sentire così tanto l’avvento natalizio. Tuttavia rispetto agli altri paesi d’Europa, la Grecia ha un modo tutto suo di celebrare il Natale, e direi piuttosto alternativo. La figura di Babbo Natale non esiste qui, e non si festeggia neanche il 25 dicembre, poiché la religione ortodossa non prevede alcuna relazione tra questa festività e la nascita di Cristo. Il protagonista in Grecia è San Basilio, che si festeggia il primo gennaio e coincide con il nostro capodanno. È lui infatti a portare i doni ai bambini. Non è molto diffusa neanche la presenza dell’albero di Natale, bensì in quasi tutte le case greche è tradizione decorare un modello di barca a vela in legno. Come vedete, in Grecia il legame con il mare è sempre presente, persino in una festa che cade in un periodo freddo dell’anno. Una curiosità? Il primo pranzo dell’anno si conclude con la “vassilopita”, un pane che nasconde al suo interno una monetina d’argento. Il fortunato che la troverà, vivrà un anno molto ricco di successi e soddisfazioni
Le similitudini spagnole con l’Italia
Come da titolo di questo paragrafo, la Spagna è il paese che presenta una maggior somiglianza con l’Italia per quanto riguarda le usanze natalizie. Anche qui il periodo è inaugurato l’8 dicembre con l’avvento dell’Immacolata e termina il 6 gennaio. La differenza principale è proprio l’Epifania: è infatti durante questo giorno che ci si scambia i doni, e non a Natale. Quest’ultimo, però, non manca di festeggiamenti, sia durante il cenone della vigilia, che a Natale stesso, dove il popolo spagnolo esprime tutta la sua arte e tradizione culinaria con diverse ricette che vanno dagli antipasti ai dolci. Tra le usanze scaramantiche, c’è quella di mangiare 12 acini d’uva di seguito prima dello scoccare dell’ultima mezzanotte dell’anno. Ciò deriva da una leggenda del secolo scorso, la quale racconta che i viticoltori, non riuscendo a vendere tutta l’uva di un raccolto, inventarono che consumarne tanta portasse fortuna. Inoltre, i paesi baschi, hanno preferito a Babbo Natale il loro originale portatore di doni, chiamato Olentzero, vestito da contadino e che porta i doni ai bambini di Bilbao e dintorni mentre fuma la pipa.
Francia, a metà tra nord e sud Europa
Ci spostiamo al di là dei Pirenei per scoprire che la Francia, a metà del continente, ha rubato negli anni le tradizioni natalizie sia alle terre mediterranee che a quelle scandinave. Qui in ogni regione si festeggia in modo diverso ma di certo nelle grandi città l’atmosfera è di gran lunga più spettacolare, anche se negli ultimi anni è diventata piuttosto commerciale, soprattutto a Parigi, dove ogni angolo è addobbato a festa e al centro della città viene eretta una grande ruota panoramica dalla quale ammirare ogni punto della capitale. La città di Marsiglia, invece, si dedica alla creazione e alla mostra dei presepi, anche qui rigorosamente artigianali ed estremamente precisi. In Provenza, durante il giorno di Natale, si è soliti gettare nel camino un unico ceppo e lasciarlo ardere fino a che non si è consumato. I dolci da consumare (o almeno assaggiare a tavola) sono 13, e rappresentano Gesù con i dodici apostoli. Le uniche tradizioni francesi in comune sono due: scambiarsi i regali a San Silvestro, l’ultimo dell’anno, e consumare champagne a tavola, per ravvivare il patriottismo ed i sapori di casa.
Senso di tradizione e mercatini di Natale in Germania
Nell’attesa del Natale vero e proprio, tra il popolo tedesco c’è un’esaltazione generale grazie alla presenza dei mercatini che propongono prodotti culinari ed artigianali di ogni genere, dal dolcetto tipico al vino fruttato, passando per oggetti in legno, soprammobili ed utensili. Diversa dalla nostra è l’usanza delle letterine per chiedere i regali, che non vengono scritte a Babbo Natale ma a Gesù bambino, cosparse di zucchero a velo per renderle brillanti alla luce. Molto particolare è anche l’atmosfera durante l’avvento. È diffuso regalare a parenti e amici, ma anche a dipendenti e colleghi un calendario con 24 caselle dall’1 al 24 dicembre, contenente ognuna un cioccolatino o un dolcetto da aprire giorno per giorno in attesa della vigilia. L’inizio delle feste qui è segnato dall’arrivo di Nikolaus, che porta i doni ai bambini e cade di 6 dicembre. Particolare importanza viene data all’albero di Natale molto più che in altri paesi. Infatti, oltre ad essere presente nelle case e nelle chiese, c’è chi lo lascia anche sulle tombe, per rispetto dei parenti morti.
L’Inghilterra e le origini dell’abete
Non tutti sanno che l’albero di Natale affonda le sue origini proprio in Gran Bretagna. È infatti un’usanza sassone diffusasi grazie al Principe Alberto di Sassonia, che scelse un albero come simbolo di vita e rinascita. La nazione rivendica con orgoglio questo simbolo con il gigantesco albero in Tarafalgar Square, che ogni anno stupisce i turisti di Londra in questo magico periodo. È inglese anche la tradizione di appendere per Babbo Natale le calze davanti al camino durante la vigilia, insieme ad una tazza di latte con un dolcetto in cambio dei regali che porta ai bambini. Infine, avete presente il Black Friday, durante il quale trovate ogni genere di prodotti a prezzi stracciati? Ecco, in Gran Bretagna esiste il “Boxing Day” e si celebra proprio nel giorno di Santo Stefano. In altre parole, un giorno dedicato allo shopping, dove poter acquistare gli ultimi regali per gli amici o per la famiglia.
La Finlandia e la Lapponia, terra di Babbo Natale
A Rovaniemi, un piccolo paese della Lapponia, regione della Finlandia, si trova la casa di Babbo Natale, che ogni anno da il via ai festeggiamenti girando per le strade di Helsinki davanti ad una gremita folla di spettatori. Ecco il modo di celebrare questa festa in Finlandia, ma non solo. Basti pensare che la parola “dicembre” in finnico significa “mese del Natale”. La notte tra il 24 e il 25 i bambini passano diverse ore a guardare alla finestra in attesa di vedere in lontananza una slitta trainata da renne, mentre qualche ora prima i loro genitori hanno provveduto a visitare i defunti al cimitero, come ogni anno in questo giorno. Altra usanza particolare è quella dei Pikkujoulu, una serie di serate ed eventi a tema natalizio che vengono organizzate durante la prima settimana di avvento, proprio per inaugurare le vacanze. Questi eventi nacquero nel dopoguerra per mano di alcuni studenti, e pian piano si diffusero tra la popolazione. Gli abitanti non si dimenticano neanche degli uccellini: infatti tra le tante usanze, si lasciano sui davanzali delle finestre delle vaschette di plastica riempite di grano e di cereali.
Norvegia, tra reale e fiabesco
In Norvegia il natale è chiamato “Jui” ed ha origini molto antiche, addirittura precede il Cristianesimo. Tuttavia i riti erano molto diversi: si sacrificavano animali e si beveva birra. Oggi gli abitanti norvegesi si muovono molto in anticipo rispetto alla media, iniziando fin dai primi giorni di dicembre a comprare regali e a preparare ben sette tipi di biscotti. È buona usanza soprattutto per far divertire i bambini, comprare gli ingredienti necessari per preparare una casetta fatta tutta di pan di zenzero. Oltre ai dolci c’è spazio anche per i caratteristici mercatini del Nord Europa, magari accompagnati dall’aurora boreale che rende tutto unico e mozzafiato. Ma occhio a non far arrabbiare l’elfo del granaio, figura mitologica norvegese a cui si lasciano ancora oggi birra e grano nelle fattorie, augurandosi che l’anno nuovo porti prosperità all’agricoltura e alla comunità contadina.
Il Natale in Islanda, la terra degli elfi
Per concludere questo articolo, non poteva mancare un elenco delle principali tradizioni natalizie in Islanda, il paese più settentrionale d’Europa. Nella terra degli elfi esistono ben tredici figure di Babbo Natale, che vanno e vengono dalle case per tutto il periodo natalizio, alternandosi agli elfi per confezionare e consegnare regali ai bambini che sono stati buoni durante l’anno. Ogni domenica prima di Natale si accende una candela rossa e si posiziona al centro della tavola in attesa della festa, ma attenzione al momento più importante, che non è uguale al nostro. Il Natale in Islanda si festeggia infatti il 24 dicembre alle 18 in punto, momento in cui ci si scambiano auguri e regali. A proposito, per regalo di Natale si usa regalare ai propri cari dei libri, e cominciarli a leggere in attesa della messa di mezzanotte. Entro la fine di novembre, le case editrici inviano a tutte le famiglie dei cataloghi con gli ultimi libri in uscita, proprio per contribuire a questo scambio di regali che avverrà solo poche settimane dopo.
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