La città di Catania durante la festa di Sant’Agata

Tre giorni per le vie del centro e nei dintorni della metropoli etnea

Un inaspettato insieme di suoni, incontri e colori. Non potrei descrivere diversamente il mio breve ma intenso soggiorno a Catania, durante un periodo particolare come quello di Sant’Agata dove aggregazione e devozione da parte dei cittadini prendono il sopravvento su ogni altra cosa. Città accogliente, seconda a Palermo solo per importanza ma non per bellezza, dagli abitanti calorosi e cordiali pronti ad ospitare chi viene da fuori. Un odore di mare e di pesce fresco per le strade, buon cibo dal sapore unico praticamente ovunque ed una tradizione millenaria degna di una regione come la Sicilia

Cosa vedere

Visitare la città di Catania in sole 48 ore è possibile eccome, il centro non è molto grande e come già specificato sopra, i principali luoghi di interesse si trovano vicini tra loro. E’ consigliabile spostarsi il terzo giorno, almeno così ho preferito io.

Giorno 1

Il nostro tour non può partire che dal cuore della città etnea: Piazza del Duomo, a mio parere una delle piazze più belle e suggestive d’Italia. Al centro esatto troviamo la fontana dell’elefante. Simbolo della città, era considerato una protezione contro le eruzioni dell’Etna. Fonti incerte narrano che fu costruito e posto sul piedistallo dove si trova durante la dominazione cartaginese. Le leggende legate a questo simbolo sono fin troppe, ma mai nulla di certo. A nord della piazza troviamo invece il palazzo degli elefanti, ufficialmente palazzo senatorio, da quasi sessant’anni adibito a comune della città. Infine, l’edificio religioso più imponente ed importante di Catania, la cattedrale di Sant’Agata, distrutta più volte da calamità naturali e riedificata più volte a seguito delle stesse. Denota ancora oggi i segni del tempo sia all’esterno che all’interno. Lo stile normanno e barocco con cui è stata costruita esprime la sua massima bellezza nell’organo secolare che troviamo all’interno. L’edificio ospita anche la tomba del compositore Vincenzo Bellini, a cui la città etnea diede i natali.

 

 

 

Alle spalle di piazza del Duomo, attraversando la porta Uzeda, si trova a Piscaria, il mercato storico cittadino, dove l’odore del pesce trasmette tutta la tradizione culinaria catanese. Dal mercato potrete risalire verso la piazza ed iniziare a percorrere la via Etnea. Strada principale della città ed in particolare del centro storico, recentemente pavimentata con pietra lavica etnea. In alcuni tratti è percorsa solo da taxi e mezzi pubblici, è anche la via della vita notturna ma soprattutto dello shopping. Lungo la strada e le vie circostanti troverete un centinaio di pizzerie, ristoranti e locali vari, è qui che potrete fermarvi per il pranzo o per un aperitivo. Tappa obbligatoria, a qualche centinaio di metri percorrendo via Etnea, è piazza Stesicoro, altra piazza importante del centro storico, sotto cui si trova una parte dell’anfiteatro romano rivenuto all’inizio del Novecento, a circa 10 metri sotto il livello stradale. La piazza è anche capolinea della metropolitana, nonché sede dell’altro mercato storico di Catania. Potreste trascorrere il pomeriggio in villa Bellini, uno dei parchi pubblici della città, il più antico. L’ingresso da via Etnea avviene da un’enorme scala che conduce al piazzale in cui si trova una maestosa fontana che ospita dei cigni. Molti anni fa fu trasformata in un vero e proprio zoo con diverse varietà di volatili, ma alcuni problemi economici non ne permisero l’evoluzione e così tutto il patrimonio zoologico fu ridotto. Potreste rinfrescarvi bevendo qualcosa in uno dei tanti chioschi che affollano il parco. Sulla strada del ritorno, prima di concludere il primo giorno, vi consiglio una passeggiata in via Vittorio Emanuele, che si trova a sinistra di piazza Duomo. Seconda strada della città per importanza, vi troverete diversi monumenti storici a dimostrazione delle diverse culture e dominazioni che caratterizzano la Catania di oggi. Terminato il tour per il primo giorno, potreste ritornare in via Etnea dopo una doccia e trascorrere la serata in uno dei tanti localini della zona, per un cocktail o un calice di vino.

Giorno 2

Dopo aver visitato la piazza, la strada ed il parco pubblico principale, possiamo dedicare il nostro secondo giorno al centro di Catania per qualcosa leggermente fuori dal centro ma non secondo per importanza. L’itinerario di oggi parte dal Monastero dei Benedettini. Situato a non più di 10 minuti a piedi dal duomo, questo splendido edificio monastico è stato dichiarato patrimonio Unesco ed ospita il dipartimento di scienze umanistiche dell’Università. Custodisce al suo interno dei chiostri ed un giardino pensile. È possibile visitare liberamente il cortile del monastero o effettuare una visita guidata a prenotazione. Altri dieci minuti di cammino e raggiungerete il castello Ursino, costruito per volere di Federico II come simbolo dell’autorità e del potere imperiale, nel dopoguerra divenne sede del museo civico di Catania, ospitando ancora oggi collezioni importanti. Da qui, percorrendo via Crociferi, giungerete a villa Cerami, ultima tappa del tour mattutino. L’edificio fu acquistato dall’Università di Catania nel 1957 ed oggi ospita la facoltà di giurisprudenza, oggi è stato ristrutturato completamente ed appare come un quasi moderno edificio a cinque piani. Ma ciò che più di tutto possiamo ammirare di villa Cerami è l’unione di ciò che resta dell’antichità e di cosa è stato aggiunto con il passare degli anni. Gran parte dei restauri fu rimossa quando il palazzo divenne una proprietà universitaria. Ma oggi studiare lì equivale a fare ogni volta un viaggio a ritroso nel passato, ogni volta che si attraversano il portone d’ingresso e lo scalone principale. Avendo terminato il tour mattutino, direi di passare al pranzo, per poi godersi qualche ora di relax sul lungomare. Il quartiere è Ognina, a pochi chilometri dal centro storico. La costa è lunga circa tre chilometri, in cui è possibile passeggiare osservando il mare che si infrange sugli scogli di pietra lavica che fanno da cornice ad un bellissimo paesaggio. Da qui è possibile scendere nel piccolo borgo marinaro di San Giovanni Li Cuti, uno dei luoghi più caratteristici della città, dove troverete anche una spiaggetta di sabbia vulcanica.

Ognina è anche la terza zona di Catania per numero di attività commerciali, soprattutto nel settore della ristorazione ed in quello alberghiero. Molto carino anche Porto Ulisse, il porticciolo della città, che oggi offre diversi servizi specializzati ed è sede di diversi club nautici. In tutta la zona la movida è molto vivace soprattutto nel periodo estivo, e spesso gli abitanti del posto vi si recano per osservare il sole tramontare nel mare. È qui che potreste scegliere un locale per la cena o per un aperitivo, prima di terminare il nostro secondo ed ultimo giorno al centro di Catania.

Giorno 3

Spesso chi si reca a Catania, oltre a farlo per la città in sé, preferisce allargare la propria visita ai dintorni della città etnea. Con un’ora di auto o di treno, spesso anche meno, si raggiungono diversi luoghi di interesse. C’è chi opta per un’escursione sull’Etna o alla gole dell’Alcantara per chi ama la natura, chi invece esce fuori dalla provincia per visitare Siracusa o Noto. Per gli amanti del mare, invece, a pochi chilometri dalla città troverete Acireale, Aci Trezza e Aci Castello. Io ho scelto di visitare Taormina, ci ero già stato in viaggio d’istruzione e mi era piaciuta tantissimo. Il tragitto in auto è lungo circa 50 chilometri ed è quasi tutto autostradale. Taormina, a sud di Messina, è una delle città più famose, a livello internazionale, dell’isola siciliana. Ci sono monumenti storici, c’è il buon cibo, ci sono palazzi incantevoli.

 

 

A rendere il tutto ancora più piacevole c’è il buon clima, mite anche nella stagione invernale. Il fascino della storia che si fonde con le bellezze paesaggistiche nel dar vita ad una città che ha fatto il giro del mondo grazie alla sua fama. Da paese di pescatori e contadini ben presto la città sicula diventò la patria di ricchi borghesi, commercianti e costruttori. Nel secondo dopoguerra furono costruiti numerosi alberghi, nasceva così la Taormina d’elité, elegante, di classe e prestigio. Gli abitanti del posto vivono infatti di turismo. Camminando per la città è facile imbattersi nei monumenti più importanti, come il duomo, il teatro antico, la chiesa anglicana e l’Odeon. Prima di lasciare questo posto, è d’obbligo una passeggiata in corso Umberto, il viale principale di Taormina. In estate lo trovereste gremito di persone ad ogni ora del giorno o della sera. Essendo stato in Sicilia a febbraio, io l’ho trovato piuttosto silenzioso, ma è stato bello comunque poter osservare i negozi con calma e tranquillità.

La festa di Sant’Agata

Ho deciso di scrivere questo piccolo paragrafo riguardo la festività patronale, poiché durante questo periodo Catania è letteralmente un’altra città. Turisti da ogni parte d’Italia e d’Europa giungono per assistere a quella che è diventata negli anni la terza festa religiosa al mondo, seguita con estrema devozione da tutti i cittadini.  Il primo giorno è riservato all’offerta delle candele. Una suggestiva usanza popolare vuole che i ceri donati siano alti o pesanti quanto la persona che chiede la protezione. Questa prima giornata di festa si conclude in serata con un grandioso spettacolo di giochi pirotecnici in piazza Duomo. Il 4 febbraio è il giorno più emozionante, perché segna il primo incontro della città con la santa Patrona. Già dalle prime ore dell’alba le strade della città si popolano di cittadini devoti che indossano il tradizionale sacco, un camice di tela bianca stretto in vita da un cordoncino. Luccicante di oro e di gemme preziose, il busto di sant’Agata viene issato sul fercolo d’argento foderato di velluto rosso, il colore del sangue del martirio.

 

 

Il giro dura l’intera giornata ed il fercolo attraversa i luoghi del martirio e ripercorre le vicende della storia della santa, che si intrecciano con quella della città. Il giro si conclude a notte fonda quando il fercolo ritorna in cattedrale. All’alba del giorno dopo, il Fercolo con le reliquie giunge in via Crociferi. È il momento in cui la Santa saluta la città prima della conclusione dei festeggiamenti. Per tutta la notte, migliaia di cittadini in camice bianco sfidano il freddo della notte in un momento denso di magia e spiritualità. A questo punto, mentre improvvisamente l’atmosfera si fa silenziosa, si eleva il canto angelico delle monache di clausura. La festa di sant’Agata è associata alla tradizionale sfilata delle candelore, enormi ceri rivestiti con decorazioni artigianali. Le candelore precedono il fercolo in processione perché un tempo, quando mancava l’illuminazione elettrica, avevano la funzione di illuminare il passo ai partecipanti alla processione. Ognuna delle 11 candelore possiede una precisa identità e insieme sfilano sempre nello stesso ordine. In passato sono state anche più numerose, hanno raggiunto in alcuni periodi il numero di 28. Per chi fosse interessato, la chiesa di Sant’Agata La Vetere ospita il sarcofago dove è sepolto il corpo della martire.

 

 

Come arrivare a Catania

La città di Catania è raggiungibile grazie ad ogni tipo di mezzo di trasporto. Per quanto riguarda Napoli, da cui sono partito io, le compagnie aeree Easyjet e Volotea mettono spesso sul mercato buone tariffe (io ho pagato circa 70 euro a/r). Se non voleste viaggiare in aereo, vi sono corse giornaliere per quanto riguarda treni, autobus e navi ad un prezzo fisso, ma il viaggio sarebbe abbastanza lungo, impiegando circa 7 ore. Lo stesso vale per il viaggio in macchina. Il mezzo più comodo ed economico per raggiungere il centro dall’aeroporto è l’Alibus, con le corse che partono ogni 25 minuti ed un biglietto dal prezzo di soli 4 euro.

Come muoversi

Per chi dovesse soggiornare al centro città, probabilmente non ci sarà neanche bisogno di utilizzare mezzi di trasporto poiché i luoghi di interesse e le attrazioni principali sono tutte poco distanti tra loro. In alternativa è possibile utilizzare gli autobus della linea locale Atm o la metropolitana, con l’unica linea che va dal parcheggio Nesima fino a piazza Stesicoro. Purtroppo non è attiva di domenica. I prezzi di entrambi i mezzi di trasporto sono molto ragionevoli. Un biglietto giornaliero per gli autobus costa €2,50, per la metro solo 2 euro. Dalla stazione ferroviaria centrale e da piazza Giovanni XXIII (di fronte la stazione stessa) troverete gli unici collegamenti con il treno o con l’autobus per i principali paesi limitrofi. Dalla stessa piazza parte la linea AST, l’unica per poter raggiungere il rifugio Sapienza, dal quale parte la funicolare per l’Etna. Io personalmente ho preferito noleggiare una macchina, al momento dell’acquisto del biglietto aereo, le tariffe sono piuttosto convenienti, io ho pagato circa 39 euro per 3 giorni, ma occhio alle clausole del contratto.

Cosa mangiare

La tradizione culinaria siciliana, ed in particolare quella catanese meriterebbero una guida a parte, ed è proprio quello che ho fatto qualche settimana fa. Se volete leggerla, cliccate sul seguente link:

Tour della Sicilia orientale

A Catania non troverete nulla di più o di meno dei tanti prodotti tipici presenti nel resto della Sicilia. Le prelibatezze siciliane provenienti dalla città etnea sono nello specifico la cartocciata, la carne di cavallo cucinata in tutti i modi ed un dolce tipico chiamato “minnuzze” di sant’Agata. Per il resto potete consultare l’articolo sopracitato. Come in ogni località dell’isola mediterranea, il modo più pratico ed economico per provare il cibo siciliano è preferire lo street food. Vorrei piuttosto soffermarmi su DOVE mangiare. Ho provato diversi prodotti tipici in quattro locali diversi. Ecco l’elenco:

1) Il ristorante “Andrew’s Faro”, situato nel mezzo di San Giovanni Li Cuti, quartiere Ognina. Suggestivo ed elegante, molti tavoli affacciano direttamente sul mare. A disposizione quotidianamente il pescato del giorno ed un’ampia scelta di vini. Ottimi gli spaghetti ai frutti di mare.

2) Pasticceria “Savia”, situata al centro di via Etnea, dove ogni prodotto è lavorato esclusivamente con materie prime nate in terra sicula. Il luogo giusto per provare qualsiasi prodotto tipico, io ho assaggiato gli arancini e sono stati i più buoni che ho mangiato in città.

3) La Terrazza del Barone, ristorante nel cuore del centro storico, punto di riferimento per le famiglie che amano la tradizione. Personale cordiale e prezzi modici. Un’ottima carne di cavallo ed una buona caponata con le verdure.

4) Ristorante “La Scala” a Taormina, il cui nome deriva proprio dalla strana disposizione dei tavoli situati ad altezze diverse. Era l’unico aperto in zona e quindi la scelta è stata un po’ forzata, ma non mi è dispiaciuto assaggiare la loro pasta alla norma. Anche qui prezzi modici, considerando anche la bassa stagione.


AUTORE ARTICOLO

salvatore v.

Napoletano di origini, ma da più di un anno in Germania per nuove esperienze di vita, caratterizzato fin dall’adolescenza da una innata voglia di conoscere nuovi posti e nuove lingue. Da qualche tempo il suo obiettivo è diventare assistente di volo, così da unire passione e lavoro.


 

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